L’ opera di Giampaolo Cataudella nasce dal naturale e completamente autodidatta istinto a raccontare visivamente, elaborando vissuti e percezioni e restituendoli attraverso immagini. I suoi primi lavori sono opere figurative con matite e china, lavori di grafica che riproducono l’ambiente siciliano dell’infanzia dell’artista e che mostrano la sua indubbia e precoce dimestichezza con il segno grafico e la composizione formale.
Con gli studi universitari d’ingegneria aerospaziale, Cataudella si trasferisce a Torino. L’ambiente scientifico e le lunghe ore di studio segnano un’interruzione nella produzione artistica. Ma proprio questo momentaneo e forzato allontanamento dall’espressività creativa produce una sorta di effetto elastico e l’artista inizia a vivere e sentire l’impellente bisogno che tutt’ora lo accompagna.  Frequenta mostre, gallerie, teatri e riprende a dipingere lasciandosi influenzare dal ricco panorama dell’arte contemporanea. Nella continua ricerca di stimoli artistici entra in contatto con la galleria Over Studio dove, Duilio Gambino lo accoglie nella sua scuderia di artisti. E’ di questi anni la sua prima mostra Senso Vietato, collettiva con opere di Mario Schifano.


Negli anni torinesi il lavoro di Cataudella è caratterizzato da un figurativo espressionista carico di cromatismi, le pennellate a olio sono dense e contengono i semi della fase successiva in cui, trasferitosi a Cassino, la pittura diventa materica, ricca di elementi e tendente a una tridimensionalità. Dai paesaggi ricchi di dettagli la ricerca creativa lo porta a una espressività informale, a un astrattismo che lascia spazio alla libera interpretazione. Sono di questi anni i lavori della Serie Metropolis e della Serie Humanoids e il riconoscimento internazionale del Premio Comel Vanna Migliorin per l’arte contemporanea.

LA RICERCA CREATIVA

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Nella ricerca creativa di Giampaolo Cataudella è forte il richiamo a Burri. Se negli anni della giovinezza l’artista ha raffinato la tecnica cimentandosi nelle riproduzioni di note opere d’arte contemporanea, successivamente la mano si muove su un’impulsività diversa, più libera, le pennellate diventano dense e il cromatismo prende importanza. L’opera nasce nell’impulso creativo, ma poi sembra chiedere altro. Allora il mondo della materia si offre come elemento indispensabile al processo creativo. I lavori di Cataudella oggi si vanno formando strato su strato, opera su opera. Ognuno ne nasconde altri che, pur non essendo più visibili, danno consistenza all’opera portandola a superare i limiti della bidimensionalità. Lo spessore è quindi storia, vissuto, processo.

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La scelta dei materiali è viva e sperimentale, ma non casuale. Stralci di vecchi indumenti raccontano di pelli un tempo indossate, d’identità dietro le quali ci siamo nascosti, fili di canapa come capelli sembrano accennare alle tracce di una vita che è passata, e qualcosa ha lasciato. Così gli stucchi, gli allumini, le vernici e i solventi di varia natura, e poi ovatta e garze, reti e stampi, tutto tende a formare stralci di un racconto. E’ la vita. Il suo fluire, che così inavvertitamente altera la materia. E la materia stessa diventa racconto, s’inspessisce di storia e di vissuto, si trasforma. L’arte dopotutto è trasformazione materica e vivo racconto di vissuti.